1966 - Lancia Flavia Convertibile

“Non so se è capitato anche a voi, spesso provo a parlare con operatori del servizio clienti di molte aziende per avere assistenza e a fine chiamata chiedo loro il nome per avere un riferimento da utilizzare magari per comunicazioni future o anche solo per avere la conferma di aver parlato con una persona e non con chissà chi altro, ma questo sembra essere segreto o quasi non esistere. Questo è solo un esempio, ma sembra che gli uomini ultimamente abbiano abbandonato la loro identità per diventate semplici appendici dei loro apparati di appartenenza. Vi è stato un tempo in cui gli uomini erano protagonisti del loro tempo, i loro nomi rappresentavano la loro storia. Lo stile delle automobili italiane, soprattutto a partire dal secondo dopo guerra, è sempre stato un’armoniosa sintesi di ciò che rende un uomo diverso da una macchina, espressione di passione e di cultura, di coraggio e di personalità, insomma, anche un oggetto come una vettura, apparentemente nato per un’esigenza di mobilità, aveva sembianze e umori di natura umana. Chi ama l’automobile e ne conosce la storia questo lo sa, qui vedete una affascinante #LanciaFlaviaConvertibile del 1966, nella sua versione più rara con motore 1800 a iniezione, disegnata da #GiovanniMichelotti per conto della #CarrozzeriaVignale. Giovanni passa tutta la sua vita tra le automobili, nasce a Torino nel 1921 e da adolescente inizia a lavorare come garzone per gli #StabilimentiFarina, quella prima opportunità lo esporrà ad un mondo di cui ne diverrà protagonista, non solo per le sue capacità, ma anche per la sua convinzione che la libertà di creare non può avere compromessi, pensiero da lui descritto con una metafora che rende bene l’idea: - Il cammello è un cavallo progettato dal designer dopo una riunione di direttori. - Amo le vetture storiche, così come amo più i cavalli dei cammelli.” #Massimo